Barbara Scaramucci

BARBARA SCARAMUCCI

Il primo passo lo facemmo molti anni fa, iniziando a digitalizzare le sole pagine della programmazione attraverso l’OCR del tempo, cioè il sistema di riconoscimento ottico della fine degli anni ’90. Il lavoro è continuato allargando il campo agli articoli, poi a tutti i fascicoli. Il solo “Radiorario” fu oggetto di un libro accompagnato da tre CD già nel 1999 ed è rimasto uno dei prodotti della collana Teche della ERI ancora oggi più richiesto. Ci siamo convinti strada facendo che riportare in vita il Radiocorriere dal 1925 al 1995 fosse un’impresa ciclopica ma possibile e particolarmente interessante e utile. Soprattutto dopo che la Rai, che nel ’95 aveva venduto il giornale, ne è tornata in possesso e ha ripreso le pubblicazioni on line attraverso il sito e il lavoro dell’Ufficio Stampa. Eccoci dunque qui con il prodotto finale di questo lungo e faticoso lavoro, che ha visto coinvolti tanti settori della direzione Teche. Il lavoro più impegnativo è stato fatto negli ultimi due anni, periodo durante il quale l’autore di questo prodotto e di questo sito, Massimo Fontanelli, ha lavorato con il supporto dei colleghi di Torino e ha riadattato e aggiornato molte soluzioni tecniche che aveva realizzato per il sito istituzionale delle Teche, di cui è autore dal 1997, e per il lavoro sul già citato Radiorario e per altri prodotti aziendali che portano la sua firma. I colleghi di Torino sono le persone che operano nel supporto tecnologico di Teche, responsabile Roberto Rossetto, e che hanno seguito le lavorazioni sul Radiocorriere fin da quel primo OCR, che fu realizzato intervenendo sulla collezione rilegata del giornale conservata nella nostra Biblioteca di Viale Mazzini a Roma. Siamo sempre stati convinti che il Radiocorriere non sia soltanto una fonte per noi indispensabile per la ricostruzione dei palinsesti della Rai e per catalogare l’archivio, ma rappresenti una poderosa opera di recupero storico e culturale. In quelle pagine passa la storia del Novecento, dalla prima stagione del fascismo fino all’ultima stagione di ottimismo e di crescita della metà degli ’90. Il solo confronto fra le iconografie che caratterizzano le copertine e le illustrazioni della rivista è già da solo sufficiente a spiegare tutto: la copertina dell’ultima stagione del Radiorario del 1929 è una delle più eloquenti icone del regime fascista che sia possibile rintracciare. C’è l’intuizione mussoliniana del potere della radio, la scelta dei corpi maschili sul modello delle statue del Foro Mussolini a Roma, i caratteri squadrati che riproducono le grandi opere architettoniche degli anni ’30, perfino il tempio neoclassico dove ha sede la borsa di Milano, l’immagine di un paese ricco e potente, che come sappiamo tale non era. E poi le copertine degli anni ’80, così spesso pacchiane ma allegre, le ballerine vestite con sgargianti casacche con spalline, i capelli gonfi, la ricerca continua del divertimento ad ogni costo. E ancora: la storia della letteratura che passa attraverso quelle pagine, dove per alcuni anni hanno scritto critiche e saggi nomi come Gadda e Piovene. E’ una grande raccolta, un patrimonio di conoscenza, di cultura, di storia del costume, della musica e dello spettacolo che rende omaggio alla Rai e che la Rai mette ora a disposizione di tutti sul web. La presentazione è semplice, basata sulla ricerca e sulla possibilità di andare a selezionare anni, fascicoli, parole. Come è sempre stato per il sito di Teche noi privilegiamo una tecnologia efficiente e inattaccabile ai fronzoli grafici. Per rendere semplice la navigazione a qualunque tipo di utente, specializzato o meno. Anche questo immenso patrimonio di ben 70 anni di pubblicazioni settimanali è ora davvero a portata di un click e festeggia degnamente i due anniversari del 2014 – 60 anni di TV e 90 anni di radio – lasciando un segno indelebile.